mercoledì 2 luglio 2008

Zacarias Ferreira



Lo chiamano "la Voz de la Ternura", stiamo parlando di uno dei bachateri più quotati nella Repubblica Dominicana: Zacarias Ferreira. Melodia e dolcezza caratterizzano le sue canzoni, quelle che tutti noi salseri amiamo ascoltare tenendoci stretti stretti al nostro/a ballerino/a. Sulla scia di questa atmosfera nostalgica meetinglatino.it ha incontrato Zacarias Ferreira in tour nella nostra Penisola.

L'avventura, perchè così vogliamo definirla, è lunga, molti i contrattempi e gli ostacoli che si frappongo tra noi e l'artista, ma alla fine, come dice il detto: "chi l'ha dura l'ha vinta" noi abbiamo parlato con Zacarias. Fermati da noi e leggi l'intervista.

Domanda: Vieni chiamato "La Voz de la Ternura" chi ti ha dato questo soprannome?

Zacarias Ferreira: La gente, è la gente che mi chiama così, loro mi ci chiamano ed io ne sono contento.

D. : Sarà per via dei testi delle tue canzoni?

Z.F.: Può darsi, potrebbe essere per quello o anche per affetto, per dirmi una cosa carina.

D. : Sei stato il primo "bachatero" che nel tuo paese ha partecipato al "Festival del Presidente" a Santo Domingo e Santiago, cosa ricordi di quella esperienza?

Z.F. : Il primo non sono stato io ma fù Raoulin Rodriguez, il Festival del Presidente è un grande evento, un mega concerto, si fà sempre nel periodo tra settembre ed ottobre nello stadio di baseball di Santiago, vi partecipano tanti cantanti importanti a livello internazionale e nazionale, ed io ho cantanto insieme a loro, però sai non ho un ricordo particolare.
Forse uno c'è: la sorpresa di sapere che March Anthony, presente all'evento, mi stesse cercando per farsi fare una foto con me. Sai io lo immaginavo come una persona che vista la sua fama si sarebbe chiuso nel camerino, credevo che il grande successo lo avesse reso orgoglioso, invece no, è una persona semplicissima, mentre provavo la mia canzone mi vennero a chiamare per dirmi che cercava proprio me; praticamente stava facendo una foto con ogni artista presente al Festival per avere un ricordo dell'evento. Ecco io all'inizio non credevo potesse essere vero e fu bello per me saperlo, io poi sono molto timido e ne rimasi molto sorpreso.

Ma sai di cosa ho un bel ricordo, molto bello? di quando sono andato per la prima volta negli Stati Uniti nel 2000, abbiamo fatto 77 - 100 balli, circa, e non ce lo aspettavamo. Era la prima produzione che facevamo, il nostro primo lavoro, ma ottenemmo una grande sorpresa vedendo il successo che stavamo riuscuotendo tra la gente in così breve tempo. Eravamo veramente il primo gruppo che mieteva così tanto clamore, il primo che era riuscito a chiamare così tante persone, probabilmente per la sdolcinatezza del nostro disco.

Ed un altro ricordo bellissmo è quando cantavo con mio padre.

D.: I testi delle bachate parlano sempre di amori impossibili, di amanti abbandonati, di cuori infelici, come mai?

Z.F. : Perchè sono storie comuni, quotidiane, che passano nella nostra vita, nella società, e che la gente comprende facilmente, storie senza le quali non ci sarebbe speranza per sognare. Noi musicicisti dobbiamo trattare argomenti facili in modo che la gente possa capire, alla fine è proprio nella tradizione della bachata avere questa linea di canzoni.

D. : Sei tra i "bachateri" più famosi a Santo Domingo, molti fans ti seguono in ogni parte del mondo, hai un ricordo di un episodio divertente accaduto durante una tourneè?

Z.F. : Potrei raccontarti un aneddotto per ogni nazione che abbiamo girato, ne avrei tantissimi da narrarti, ma veramente tanti, quella volta che siamo andati in Germania con il pullman direttamente dall'Italia, o una volta in Francia, sono talmente tanti che uno solo non mi viene. I più ripetitivi sono quando ti fermano per fare una foto insieme, una forma di affetto verso l'artista, o come ricordo, oppure qualcuna che ti chiede di sposarla...

D. : Cosa pensi di quelle persone che a Santo Domingo considerano la bachata come la musica della "clase baja" ?
(n.d.r. viene denominata così la gente facente parte della classe sociale povera)

Z.F. : Io credo che la gente di classe bassa è una persona che non ha educazione, per me la classe alta non è quella che ha denaro o molte risorse economiche, la classe alta è una persona che ha una condotta morale rispettabile con una buona educazione come essere umano,come persona, ecco quella è la gente della classe alta.
In tutti i paesi del mondo ogni genere musicale ha avuto un problema, così come lo ha avuto il tango, il rock, il blues, la ranchera americana, c'è una società dove le persone non amano certi generi, non gli piacciono semplicemente. Così come quelle persone che quando non gli piace un determinato cibo, un certo tipo di cucina, dicono che quello è cibo per i "servi", che è cattivo, ma lo dicono per loro, in base ai loro gusti, così vale per quelle persone che, non amando una certa musica, dicono che è musica per la "clase baja", ma lo dicono perchè non gli piace e basta.

D. : Una domanda "loca", a quale animale della foresta paragoneresti una bachata?

Z.F. : ...ahahah ...a volte ad un'antilope o a una pecora calma e tranquilla, ma certe volte anche ad una tigre per correre nella notte.

D.: Quali sono gli strumenti che predominano nel genere della bachata? sono gli stessi della salsa?

Z.F. : Sono gli strumenti primordiali, gli strumenti più importanti nel genere, somigliano a quelli della salsa, ma sai bene che la salsa ha delle orchestrazioni molto ampie, ha il saxo, la trombetta, noi nella bachata abbiamo degli strumenti simili a quelli del Bolero e del rock, abbiamo le due chitarre che è la più importante e molte percussioni dove il bongò è lo strumento predominante. Però solo la prima chitarra è quella che porta il canto, è il via della canzone, è quella che marca il mambo, quella che dice quand'è che il cantante deve entrare a cantare, che ti dice quando cambiare il passo, noi la chiamiano el "rechinto".

D. : Il tuo ultimo lavoro discografico, "Dime qué faltò", vuoi parlarcene? perchè questo titolo così triste?
Z.F. : Di solito per dare il titolo ad un lavoro prendiamo sempre a riferimento il pezzo del coro di una canzone, quella che abbiamo ultilizzato noi in questo caso è quella che nel ritornello fà, appunto, : "...dime què te faltò...". Il brano parla di una persona che è follemente innamorata di un'altra ma non è ricambiata, non è corrisposta e allora si racconta del fatto che non è amata e ad un certo punto nasce la domanda del coro che intona: "¿dime que faltò?" (n.d.r. traduzione: cosa ti manca), chiede: cosa posso darti, abbiamo preso da questa parte di testo lo spunto per il titolo del nostro ultimo lavoro.

D. : A te, Zacarias, cosa ti manca?

Z.F.: eeeh a me mancano molte cose ... tante volte ... eh molte!

D. : Ma confidaci, hai un amore? una moglie, una fidanzata?

Z.F. : Chissà! ahahah!
(n.d.r. alla grassa risata di Zacarias segue la mia risposta cantilenata: "no se puede saper"! e con altrettanta risata successiva inizia il momento dello scherzo).

D. : Tuo padre amava molto la musica, cosa ricordi della tua infanzia, del periodo quando eri piccolino e lui riempiva la casa con le note dei brani che gli piacevano.

Z.F. : Sono sempre stato un amante della musica è la passione più grande della mia vita, già da bambino amavo cantare, anche mio padre cantava e a tutta la mia famiglia è sempre piaciuta la musica anche se mai nessuno di loro ha intrapreso la carriera del musicista, solamente io.
Mio padre, però, purtroppo è morto quando avevo appena 3 o 4 anni circa, è stato molto doloroso per me.

D. : Grazie Zacarias per l'intervista che hai voluto rilasciare al meetinglatino.it, spero di rincontrarti quando tornerai nella nostra città - Roma.

Z.F. : Lo spero anch'io, è stato un piacere grazie a voi e un saluto a tutti.

Una carica di simpatia e dolcezza ecco cosa sprigiona Zacarias, una voce soave e serena così come la ascoltiamo nelle sue canzone, non mi meraviglio più del nomignolo che la "gente" gli attribuisce: "la voce della tenerezza" perchè è ciò che si avverte ascoltandolo: tenerezza. Un incontro pieno di risate, abbiamo trovato non solo un'artista disponibile alle nostre curiosità, ma anche un uomo ironico che tra una domanda e l'altra sà scherzare e farti ridere per tutto il tempo dell'intervista.
Grazie ancora Zacarias.

Ringraziamenti specialissimi a Francesco G. senza il quale l'intervista non sarebbe stata possibile, a Claribel degli Uffici di Zacarias Ferreira in Santo Domingo, a Bolivar Reyes e a meetinglatino.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

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