sabato 28 giugno 2008

L'UNIONE EUROPEA RITIRA LE SANZIONI E APRE A CUBA

L'UNIONE EUROPEA RITIRA LE SANZIONI E APRE A CUBA

Con una decisione criticatissima dagli Stati Uniti, i 27 ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno deciso giovedì all’unanimità di ritirare le sanzioni contro l’Avana stabilite cinque anni fa, sostanzialmente normalizzando le relazioni con l’isola. Per l’Unione Europea da oggi comincia un “dialogo senza precondizioni e reciproco con Cuba”.
Le imprese europee non avevano mai cessato di investire a Cuba, ma le sanzioni stavano lì a simulare una comunità d’intenti tra Unione Europea e Stati Uniti. Il governo cubano tuttavia ha continuato ad adottare in questi anni una linea di fermezza contro sanzioni che considera illegittime fino a costringere l’UE a rivedere la sua politica anticubana, che era anche un modo di compiacere Washington. Il Ministro degli Esteri spagnolo Moratinos ha in questo senso dichiarato: “gli Stati Uniti dovranno accettare che abbiamo i nostri interessi e la nostra maniera di intendere la politica internazionale”.
Le sanzioni infatti si erano dimostrate largamente inefficaci, soprattutto da quando è fallita la politica statunitense di isolamento di Cuba e questa commercia liberamente con quasi tutto il mondo, a partire da Cina, India, Venezuela e gli altri paesi integrazionisti latinoamericani che mai come ora hanno avuto buone relazioni con la Rivoluzione. Per l’Unione Europea avere cattive relazioni con Cuba era diventata solo una foglia di fico per non dispiacere le fobie anticubane di Washington. Fobie che si sono immediatamente rilevate all’annuncio dell’Unione Europea. Il portavoce del Dipartimento di Stato Tom Casey ha accusato l’Europa di “legittimare l’oppressione mentre gli Stati Uniti non vedono alcun cambio nella dittatura castrista”.
Cuba stravince così e incassa un successo al quale la diplomazia dell’Avana aveva lavorato per anni. Potrà diversificare ancora di più la sua economia e i propri partner commerciali, un processo positivo incominciato fin dal durissimo periodo speciale dopo la caduta del socialismo reale in Europa orientale.

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