venerdì 6 giugno 2008

La salsa é in crisi

Prendendo spunto da una news letter di Enzo Conte, abbiamo commissionato ad un professionista di Marketing le problematiche del settore e si rimandiamo quello che ci è stato relazionato.

Sicuramente molti segnali dimostrano uno stato di crisi.
E' merito o colpa se volete, di un ricambio generazionale che oggi sembra attratto da altri modelli di vita e da altri generi musicali. La crisi è presente in Italia dove finiti i tempi del "Boom" si assiste ora alla fase di declino del prodotto.

Ogni Buon manager e commerciante, sa che per non far esaurire l’interesse del cliente verso il proprio prodotto e/o servizio, deve rinnovarsi, deve saper dare nuovi stimoli al cliente, solo così può fidelizzarlo e continuare a produrre successo con il proprio servizio.

Prosegue Conte, con una frase di una sua amica e maestra Iglesias Trudy è venezuelana, vive a Roma dove insegna salsa dal 1986.
”L’atmosfera goliardica dei primi tempi era troppo bella per poter durare. Con gli anni si risvegliano gli spiriti maligni e comincia così l’incubo che dura fino ad oggi. Si cominciano a sentire strani discorsi. Si sputano sentenze su cantanti, gruppi, musicisti. Si improvvisano lezioni di musicologia. Ridiamo! Pensiamo che tanta baldoria abbia fatto male a qualcuno. I critici si moltiplicano: non sapevamo che in giro ci fossero tanti esperti!... Si cominciano ad appiccicare etichette, si fanno elenchi nei quali figurano maestri bravi e quelli meno bravi. No so quale mente illuminata li guidi. Me ne frego! L’erba cattiva non muore mai! I commenti si fanno sempre più cattivi. Per lo più provengono da persone che non conoscono la nostra realtà culturale, che ignorano anche come è fatto geograficamente il continente americano. Ci sono persone che dopo aver imparato quattro passi pensano di sapere già tutto sulla salsa. Beati loro! Io ogni giorno che passa imparo qualcosa di nuovo!... Si creano situazioni estreme: se vai a lezione da Tizio sei scemo! La vera salsa è la mia! La mia è migliore della tua! Questo insegnante è più bello di quell’altro!... Signori, un po’ di contegno! Come in qualsiasi situazione di boom appaiono i mercanti. Creano scuole, si autodefiniscono pionieri, esperti del settore. Si danno persino titoli di maestro(?!?!). Oh Dio, liberaci dal male! Nel frattempo fai bottino di volantini. Ti offrono mille lire per ogni persona che porti a questo o a quell’altro locale. Già non c’è più amicizia: si è solo soci in affari! Sembra di essere al supermercato: c’è persino il due per uno! Nel frattempo si organizzano le prime gare: non si balla più per il piacere di ballare, ma solo con la voglia di essere protagonisti a tutti i costi. Anche noi latino-americani siamo però in parte colpevoli. Colpevoli di aver cercato una via troppo facile ai nostri problemi economici. Troppe volte infatti siamo stati un cattivo esempio per gli italiani. Fratelli non è questa la strada! Noi non siamo una moda, siamo un popolo, una cultura, una identità. Non perdiamo la nostra dignità!!!...”

Questo articolo è stato scritto nel 1995 (ndr. era profetico!!!...)

Il che significa che certe problematiche, certi mali endemici della salsa sono sempre esistiti. La differenza vera sta nel fatto che oggi quei problemi sono ingigantiti in quanto la salsa non è più un fenomeno di nicchia ma un fenomeno di massa. Di conseguenza quei mali si sono moltiplicati per mille.
Io stesso in passato, nel mio libro "Salseando y bailando" (pubblicato nel 2002), o nei vari articoli pubblicati dalle diverse riviste del settore, ho spesso messo in luce le fortissime contraddizioni presenti nel nostro ambiente, dando voce ad un sempre più crescente disagio.

La crisi odierna della salsa si può infatti sintetizzare in una frase, forse scontata ma amaramente d'attualità: "L'unione fa la forza. Le divisioni creano debolezza"

Oggi più che mai ci troviamo a vivere in un ambiente estremamente diviso, caratterizzato da lotte di religione e guerre di pensiero legate ormai non solo al ballo ma persino alla musica (che nel frattempo nel corso degli anni è notevolmente cambiata). Un ambiente dove ognuno pensa sempre di più a coltivare il proprio orticello... ed è quindi normale che in questa situazione (della quale, è onesto riconoscerlo, le scuole di ballo sono le principali responsabili) ci siano i prodromi di preoccupante declino.

La ragione è semplice: il pubblico comincia a disamorarsi. Gli stessi motivi per cui una persona si avvicina la salsa sono quelli per cui si allontana, in quanto le tante belle aspettative iniziali vengono spesso deluse.

Questo articolo di Conte, prosegue con altre note più tecniche del Mondo latino, Ma chiediamo all’esperto di marketing e Comunicazione come è possibile risanare una tale situazione?
R. I fattori Culturali esposti dal Signor Conte mi sembrano ben studiati e dettagliatamente spiegati, Credo che in ogni ambiente dove si vengano a creare situazioni di non regolamentazione (mi riferisco a persone che si improvvisano “Maestri e aprono scuole”), il livello di qualità generale di tutta la categoria si abbassa, producendo una frammentazione degli allievi, ma cosa ancor più grave, un limitato gruppo di fruitori con sempre maggiori allontanamenti.

D. Quindi per colpa di ciarlatani ci rimettono anche i veri e bravi professionisti?
R. Certo è una penale che paga tutto il settore di riferimento.

D. Bene, andiamo oltre alle problematiche, ci dica, come possiamo sopperire a tali problemi?
R. Premetto che: non esistono soluzioni magiche applicabili in egual misura per città, scuole o locali differenti, quindi mi limiterò a fare delle considerazioni generali che possono distinguere i professionisti dai ciarlatani:
1°) Puntare sempre sulla qualità - questo consiglio è sia rivolto a clienti fruitori del servizio, sia a gestori di locali, sia agli insegnanti; la ricerca della qualità include la selezione della scuola che ha più “titoli e meriti verificabili” (ad esempio la veridicità del titolo di maestro è fondamentale per verificare che il vostro istruttore sia un professionista del ballo, che segua corsi di aggiornamento, e sia affiliato ad associazioni nazionali);
2°) Diversificare l’offerta - ritengo che ci sia stagnazione in questo mercato, dove tutti vogliano offrire tutto, questo è deleterio per il mercato in generale, la scelta del locale dovrebbe includere qualcosa di differente, invece l’organizzazione di serate è fatta in stile fotocopia, vale a dire tutti hanno un dj, un gruppo di animazione, alcune scuole “amiche”, ma non c’è una differenziazione, sono serate “standard”.
Vanno premiati i locali che organizzano incontri culturali, stage, gare, concerti, insomma chi è pro-attivo e genera movimento...
3°) L’aggiornamento - in ambito sanitario, in Italia, da 5 anni esiste L’ECM, che sta per Educazione Continua in Medicina, vale a dire il Ministero della Sanità obbliga il personale Sanitario ad Aggiornarsi ogni anno. Quindi per poter operare il professionista deve per legge aggiornarsi, crescere, avere nuovi stimoli, bene io lo applicherei a tutti gli ambiti professionali.

Ringraziamo Il Dott. Ottaviani Marino, per i Suo preziosi consigli e rimandiamo la parola a Voi, dateci il Vostro parere.

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