sabato 24 maggio 2008

Storia BaiaPorci

Baia dei Porci

Lo sbarco dei controrivoluzionari, nella Baia dei Porci , a Cuba, nel 1961,è uno di quegli
episodi che divide un popolo: da un lato coloro che c'erano e dall'altro coloro che non possono,
invece, dirlo. Raul Corrales c'era: faceva il fotografo. Non era l'unico fotografo presente:
erano in due ma l'altro si fece prevaricare dai sentimenti e si mise a collaborare alla
controffensiva,ad aiutare i feriti, a portare messaggi. E non fece foto. Raul invece fece solo il fotografo e documentò con le sue macchine le operazioni militari al fianco di Fidel Castro: "quello era, in quel momento,il mio dovere di cubano perché quello era il mio lavoro" dice ancor oggi.
Quelle foto vengono pubblicate ora, proprio in occasione del trentesimo anniversario della fallita
invasione controrivoluzionaria. Un'operazione,quella, condotta da circa duemila elementi
(forse più, se si contano le truppe che non sono riuscite a sbarcare e i vari "addetti ai lavori") e fatta naufragare in meno di 72 ore: un'autentica catastrofe dal punto di vista militare, rispetto ai numeri e ai tempi della "soi - disante" guerra-lampo che ci ha angosciati di recente, più veloce ancora
della guerra-lampo per antonomasia: quella dei sei giorni. Un'operazione che ha messo in luce, da parte dell'aggredito,una strategia capace di vincere, catturando il 93% delle truppe nemiche. Ma questo lo racconta già la storia. "Playa Giron" è il terzo album fotografico della casa editrice A&A. Come i primi due (Cojimar- Ernest Hemingway e ll vecchio e il mare; Cheporta la firma di Corrales, uno dei grandi interpreti
della fotografia contemporanea). Ma, a differenza dei volumi precedenti, questo album raccoglie
solo immagini del fotografo di Cojimar: fanno eccezione tre scatti dovutia un anonimo dilettante. Il racconto per immagini ha respiro ampio e inizia con le sfilate del primo maggio 1959, quasi undici mesi prima,dunque, della data dello sbarco controrivoluzionario. E si sviluppa su tutti gli elementi che hanno portato a quella data ea quella decisione: le provocazioni nordamericane e dei disertori,le reazioni di Fidel Castro e del suo popolo, 1'applicazionedei principi basilari di una Revolucion che si è dichiarata socialista solo sedici mesi dopo aver preso il potere (e proprio il giorno prima del tentativo di invasione),
ma che combatteva aspramente il latifondismo,il razzismo e la discriminazione di classe, concetti spesso consanguinei del capitalismo, specie nelle sue applicazioni più bieche. Il racconto di Raul non registra le reazioni dell'altro fronte a queste dirompenti modifiche del sistema tradizionale e da
anni imposto,a sud del Rio Bravo, in tutta 1'area del Caribe e nell'America del Sud,dalla United Fruit Company e soci. Non ci sono, dunque, foto degli addestramenti militari dei mercenari, non ci sono immagini dei componenti del governo provvisorio controrivoluzionario, non ci sono documenti
sulle navi impiegate per 1'aggressione né sugli aerei. Raul ha osservato la storia stando dalla parte di Cuba e, come tutti i cubani, ha subito le conseguenze delle reazioni a quei tremendi terremoti che sono stati la riforma agraria e la nazionalizzazione dei capitali stranieri: l'embargo commerciale, la rottura dei rapporti diplomatici e lo sbarco alla Baia dei Porci, appunto. E tutto secondo prassi. Si potrebbe dunque pensare che la storia sia incompleta. Nell'aspetto storico è cosi, infatti. Ma non di certo dal punto di vista estetico e artistico. Il racconto si propone in effetti come la saga di un popolo: quello cubano. Come la leggenda di David e Golia:"vivi en el monstruo y le conozco las entranas ...y todo lo quehecho en silencio
ha tenido que ser y mi honda es la de David", ha scritto iloeta nazionale José Marti,preparando la libertà di Cuba dalla Spagna) mentre era esule. tanti Davide dovevano sentirsi "i miliziani campesiños",finalmente padroni della propria terra e anche di un fucile. Cme Davide sconfissero, fulmineamente, il Golia nemico
forte di un armamento modernissimo, di mezzi economici llimitati e dell'appoggio della più potente nazione del mondo, oinvolta nell'azione sino al suo più alto grado: ben due residenti, non bastassero i capi delle Forze Armate e del ontrospionaggio. Nella prima parte dell'album fotografico e immagini di Raul Corrales frugano in questo pathos, ne icordano le difficoltà,la povertà, le superstizioni, le mozioni, le commozioni, le quotidianità. i guardino i dettagli: gli abiti, le collanine di semi, e scarpe,le espressioni dei volti dei giovani, degli uomini maturi e delle vecchiette,i sorrisi dei due giovani sposi he sfilano sotto all'arco creato dalle bocche dei cannoni dei carri armati, chiuse con i fiori (nel 1960!). Raul ha la capacità di fissare con la sua macchina anche tutta l'irrefrenabile allegria che scaturisce vivace in ogni frangente di vita della grande isola sulle acque del Caribe. E qui la sua ironia è sottile, magistrale. Nella seconda metà del racconto, la battaglia vera e propria, la sequenza delle immagini è più incalzante, l'aspetto è più giornalistico.
Corrales si muove con Fidel Castro, lo segue ovunque: nelle riunioni con i comandanti locali, con il popolo e con chiunque abbia notizie attendibili; lo rincorre quando il jefe va di corsa a prendersi un carro armato per portarlo fino alla battigia e colpire le navi che dal largo sparano sulle sue truppe. E quando il carro armato ha un sussulto per il rinculo,Raul cade in acqua e alcuni rullini si bagnano: alcune foto ne porteranno
le stigmate per sempre, altre - poche - saranno, purtroppo, inservibili. E infine il processo pubblico ai prigionieri sotto gli occhi della televisione e di tutto il mondo. E anche in questo caso la macchina fotografica di Corrales riesce, splendidamente, a dare la dimensione del problema e ne anticipa la beffa finale con la superba immagine del tragico sorriso di Malag6n,il miliziano contadino, proprio per questa foto, più famoso di tutta Cuba. Sono passati trent'anni da quei giorni. E oggi, per la prima volta
(con, 1'eccezione, autorizzata, di alcune anticipazioni giornalistiche)le foto che compongono questa storia si possono conoscere anche fuori di Cuba: la A&A, con molto orgoglio, si è proposta come mezzo editoriale
perché il racconto cubano del cubano Corrales varcasse i confini della sua terra d'origine. Può costituire, forse, merito modesto e trascurabile ma, visto che inutilmente si pub cercare un'immagine di questa
guerra in tutta la raccolta di Life, a noi non sembra proprio tale. E la nostra soddisfazione è, inoltre,maggiore perché al piacere di pubblicare l'inedito aggiungiamo quello di far ulteriormente conoscere un grande artista della fotografia: un vero poeta-reporter, un autentico romanziere dell'immagine.
Antonio Soccol tratto da "PLAYA GIRON" 15 aprile 1961: Sbarco alla Baia dei Porci. A&A Editore - Milano.

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