venerdì 25 aprile 2008

Hector Lavoe VIVE


La VOZ salsera di sempre.
Inutile dire che Hector Lavoe è stato e sempre resterà la colonna portante della musica salsera di tutto il mondo.Hector morì prematuramente nel 1993 all'età di soli 47 anni.Nel mondo, ancora oggi, continuano le celebrazioni dell'artista che, portò al successo Hits come El Cantante, Mi Gente, Periodico de ayer ecc.Quest'anno l'industria cinematografica di Hollywood, ha dato alla luce, una pellicola molto interessante sulla vita del grande Salsero.
La pellicola, prodotta dalla Lopez, si chiama Who killed Hector Lavoe . Marc Anthony sarà Lavoe, leggendario cantante portoricano, soprannominato La Voz. Si racconterà la vita di Lavoe il quale traghettò la musica salsa negli Stati Uniti nel tra il 1972 ed il 1976.
J. Lopez dice apertamente :Voglio dare a Marc una buona occasione di successo - aveva dichiarato - e dopo i fallimenti dei miei due film con Ben Affleck preferirei starne fuori. Sarò ugualmente utile dietro la macchina da presa".
Dissipati dubbi e paure, anche grazie all'insistenza di Anthony che l'ha voluta con sè nel film, la Lopez tornerà, dunque, sul set.
Ricordo che Lavoe era uno dei protagonisti del famoso concerto "senza fine" posto in essere presso Lo Yankee Stadium di N.Y. dinanzi a 40 mila persone nel 1973 insieme alla Fania ALL STARS al completo (Cheo Feliciano, Willie Colon, Arturo Sandoval, Pete el conde Rodriguez oltre a Celia Cruz, il sassofonista africano Manu Dibango ed il percussionista Mongo Santamaria.Parlerò più dettagliatamente di Lavoe la prossima settimana con una curata Biografia sull'artista.
Ormai è diventato uno slogan tra le popolazioni salsere di mezzo mondo e mi fa piacere ripeterlo: Hector Lavoe VIVE

Parliamo di Tango

Il tango argentino:
Una sentimentale miscela di culture tra le strade di Buenos Aires Il termine "tango" iniziò a diffondersi a Buenos Aires verso il 1820, riferito ad un tipo di percussione usata dagli afromaericani. Può sembrare una forzatura associare questo significato con la danza che, sebbene almeno in apparenza porti lo stesso nome, si diffuse sessant'anni dopo.Ecco il perchè.Nell'800 Buenos Aires è la città dove "far fortuna". Nonostante la durezza dei lavori disponibili, data la grande disponibilità di manodopera, i salari erano piuttosto miseri. Famiglie di Italiani, Francesi, Ungheresi, Ebrei e Slavi, cui presto si unirono schiavi liberati e Argentini della seconda e terza generazione, provenienti dalle pampas, convivevano in squallidi appartamenti in quartieri costruiti dal nulla, detti "Orilla", creando una miscela unica e irripetibile di tradizioni etniche e culturali che è diventata l'ingrediente magico di un processo creativo.Nei vicoli dell'Orilla, i nuovi Argentini condividevano un destino di disillusionee disperazione, da cui ben presto emerse una speranza comune rappresentata da una volontà di fuga, sia pure soltanto momentanea, dall'oppressione, sentimento forte espresso in canzoni, cantate in "Lunfardo", il dialetto degli emarginati, sorta di lingua comune fortemente influenzata dal Francese e dall'Italiano. Le canzoni cantavano la tristezza delle persone, ma anche la loro felicità e le loro gioie. Cantavano la nostalgia e la distanza, ma anche le speranze e le aspirazioni. Cantavano la solitudine, ma anche la lealtà e la fratellanza nell'avversità. La canzone, come in tante altre parti del mondo, divenne la consolazione in musica dell'uomo. E la canzone richiede come suo completamento espressivo la danza ed è così che nel vicoli di Buenos Aires, è nato il tango. La gente della pampa, i Gauchos, portano la Payada, un'antica forma di poesia popolare caratteristica delle feste di paese: il Payador improvvisa sei versi endecasillabi, seguiti da un caratteristico stacco di chitarra. Intorno al 1870 la payada si evolve e ad essa si unisce il ballo: è la Habanera, danza spagnola diffusasi a Cuba e portata dai marinai fino alle due sponde del Rio della Plata, che si diffonde ma immediatamente si trasforma, assumendo l'andamento caratteristico e insolito di una camminata in cui l'uomo avanza e la donna indietreggia. Nasce così la Milonga(che in Spagnolo significa festa), e milonguear significa passare la notte alternando canto e ballo. Dal porto di Buenos Aires arriva anche il Candombè, danza caratteristica dei neri (che avevano abitato un piccolo borgo nella parte vecchia prima di scomparire decimati dalla febbre gialla), in cui le coppie ballano separate ma molto vicine, abbandonandosi a sensuali movimenti pelvici. Sono gli ingredienti che si fondono nel tango.

giovedì 24 aprile 2008

La Santeria Cubana


La Santeria Cubana, nasce in Africa, soprattutto dentro la cultura delle tribù che avevano come idioma comune la lingua "Yoruba", in Nigeria. Con la tratta degli chiavi il culto della Santeria è rimasto vivo, nonostante la dominazione spagnola imponesse la fede cattolica. Tramite un abile identificazione degli Orisha con i santi cattolici, gli schiavi sono riusciti a continuare le loro cerimonie, ingannando i padroni, così Santa Barbara si fonde con Changò , signore del fuoco e del fulmine, San Lazzaro, con Babalù Ayé, entrambi divinita' dei lebbrosi e delle malattie della pelle, e cosi' via. Gli "Orisha", i 'santi' , sono divinità immateriali che dimorano nei vari elementi naturali (acqua, terra, sole, vento...) sono stati esseri umani che possedevano l'Aché (la grazia) donatagli dai loro discendenti e per questo sono ascesi tra le divinità. Si rendono percettibili agli esseri umani solo prendendo possesso di uno di loro.
Sono frequenti gli stati di trance al ritmo dei tamburi "Batà", strumenti sacri per le cerimonie, durante le "messe spirituali" o le feste in onore del santo. Nella Santeria sono presenti il culto della natura attraverso i regni vegetale, animale e minerale e il dialogo con le forze sovrannaturali che avviene in maniera diretta o indiretta, tramite conchiglie, tamburi e altri oggetti o l'utilizzo di candele, noci di cocco, acqua e fumo di tabacco, come ulteriori veicoli di comunicazione e di purificazione. Le divinità sono simili alle figure del pantheon greco, con vizi e difetti tipici degli uomini. Ciascuna di loro ha diverse preferenze, dal cibo ai colori che gli appartengono; dalle danze alle parti del corpo e della forza naturale che domina. L'idea suprema del Dio è rappresentata da Olofin, che si presenta sempre assieme a Olordumare, e la fusione dei due rappresenta l'idea del cielo e della terra. Tra loro e gli uomini gli intermediari sono gli altri santi, che, a loro volta, necessitano spesso della mediazione di Obatalà, il santo vestito di bianco che protegge l'eledà, la mente, la testa. Tra gli Orisha più amati a Cuba, oltre a Obatalà, ci sono Elegguà, spesso nominato dai cantanti cubani e non, vestito in rosso e nero, che può essere bimbo o vecchio e va servito e onorato per primo perché altrimenti chiude le strade, anziché aprirle, Changò, macho e sensuale, grande donnaiolo, e amante della musica; Ochun vestita di giallo, bella e vezzosa, quasi la Venere del panteon, sincretizzata con la Virgin de la caridad del Cobre, patrona di Cuba; Yemayà, divinità del mare e della nascita, sincretizzata con la Virgin de regla, Babalù Ayé il vecchio vestito di sacco che si trascina con le stampelle sincretizzato con San Lazzaro, a cui è deidaca una grandiosa festa con processione il 17 dicembre alla periferia dell'Havana. Ovviamente ce ne sono tanti altri, ma questi sono tra i più amati dai cubani. Chi, sulla terra, canalizza messaggi, energie, consigli, sono i "santeros" e i "babalawos".
Saper ballare comprende anche la scelta di determinati stili. Ultimamente tra i giovani impazza la moda della Santeria, danza RITUALE, di cui sopra è riportata una sintetica spiegazione delle origini. Proprio cosi', danza RITUALE. Quando effettuate questi movimenti state evocando, ringraziando, una delle divinità sopra citate, che voi ci crediate o meno, state comunque offendendo chi ci crede, state bestemmiando in un'altra lingua, una lingua che non vi appartiene, ma non per questo non degna di rispetto. Se volete osservare un modello di reazione a questo tipo di "oltraggio", provate a bestemmiare apertamente davanti ad un cattolico praticante e fermamente convinto delle sue idee, oppure a mettere in dubbio il profeta Maometto e il corano in presenza di un musulmano. . Se dopo tutto questo siete ancora convinti che sia il caso di praticare Santeria ci inoltriamo nella maleducazione e con i maleducati, si sa, non c'è tempo da perdere.

Raza Latina

Raza Latina è attualmente una delle orchestre più famose e affermate in Italia, vanta una prestigiosa carriera musicale, frutto della bravura professionale e della notevole esperienza maturata nel corso degli anni dai musicisti . I componenti della band, residenti in Italia, hanno origini prevalentemente latine con una presenza anche made in italy! Viene fondata nel 1997 dai fratelli Espino; grazie a loro, il gruppo ha saputo trasmettere al suo pubblico calore, energia e soprattutto tanto“sabor latino” esibendosi rigorosamente dal vivo.Tra le innumerevoli esperienze musicali vantano prestigiose collaborazioni, nel 1999 L’orchestra Raza Latina, a Puerto Rico e a New York, ha rappresentato la Casa Discografica "RMM" e ha avuto l'onore di accompagnare nella tourneè europea il famoso cantante Ray Sepùlveda.Nel 2000, ha accompagnato in toureé il Portoricano Johnny Rivera e il giovane cantante salsero di New York Jorge Luis. Nell'estate 2001, I Raza Latina hanno lavorato per i maggiori Festival Latino-Americani della penisola, calcando nuovamente il palco insieme a personaggi di fama internazionale quali: Miles Peña, artista Cubano, residente a New York, e Hector Tricoche, famosissimo salsero di Puerto Rico. E' stata inoltre una delle orchestre protagoniste del "Capodanno 2002" in “Piazza Duomo” a Milano. Sempre nel 2002, intraprendono la loro seconda tournee europea con il grande Ray Sepùlveda, che tocca Francia, Spagna, Belgio e Italia,e per la prima volta, accompagnano il salsero Colombiano Jerry Galante, in tour da Agosto a Ottobre. Ai concerti come gruppo d’accompagnamento di grandi salseri, alternano esibizioni personali nei più grandi e importanti Festival di musica Latino Americana in Europa. I Raza Latina hanno chiuso il 2002 suonando in occasione del Capodanno a Lido di Jesolo organizzato dal Festival Latino-Americano di Milano.Nel 2003 I Raza Latina suonano di nuovo con Jerry Galante nel suo secondo tour Europeo, e si esibiscono in Svizzera, Germania e Italia. Nello stesso anno viene presentata al mercato discografico Italiano la cover in Bachata di “Es Por Tì”, successo internazionale del Colombiano Juanes, il brano è realizzato in collaborazione con il DJ “Pepe” Bassan ed è cantato dal ballerino cubano Seo Fernandez, coreografo dei Latin Black. Nel 2004, l’orchestra Raza Latina accompagna musicalmente nel tour Italiano il cantante venezuelano Hildemaro, e un’altra leggenda direttamente da Puerto Rico, il rinomato salsero Paquito Guzmàn. Sempre nel 2004, i Raza Latina in collaborazione con il maestro Pollione ed il cantante Venezuelano Oliver, incidono il brano “Viendonos”, che viene inserito nella Salsa Network Compilation curata dal DJ Francisco Rojos.Nel 2005, i Raza Latina sono presenti nelle più prestigiose manifestazioni latinoamericane in Italia e all'estero. Come ogni anno partecipano al Festival Latinoamericano di Milano, che si tiene al Filaforum di Assago, e accompagnano musicalmente Jerry Galante al Festival Latino “Fiesta” di Roma. Prima dell’estate esce il singolo ‘Para que bailen’, inserito nella compialtion ‘Bailando Latino’ curata da Dj Lomitos, che anticipa l’uscita dell’album omonimo. Nel mese di novembre l’Orchestra dei fratelli Espino va per la prima volta in tour negli Emirati Arabi per suonare all’Abudhabi Latin Festival 2005. Attualmente il gruppo è impegnato nella promozione del nuovo disco ‘Para que bailen’, in cui è contenuta la title track, già hit della passata stagione, la bellissima bachata con sonorità moderne ‘Dime tu’ e il brano ‘Para lo que se fueron’, omaggio ai grandi della salsa scomparsi. L’Orchestra Raza Latina, quest’anno festeggia il suo “9° Anniversario” regalando al suo pubblico una “rica combinaciòn” di ritmo, energia y sabrosura.

Bolero Cubano


Oggi, ho voglia di occuparmi di Bolero Cubano, uno dei generi, sicuramente, più antichi dei caraibi. E' forse da annoverare tra i balli più sensuali del pianeta, dal punto di vista del ballo, mentre, per i testi e la passionalità lo inserirei direttamente al primo posto per quello che riguarda la musica romantica.Un romanticismo intriso di figure retoriche, similitudini e molta, molta passione. Passione si, ma che svanisce brevemente, lasciando spazio alla tristezza, al rimorso ed al rimpianto. Queste sono le tematiche apicali di questo genere. Chiaramente la passione, in se per sè, dal punto di vista dei contenuti è un pò simile in tutto il globo, però grazie alla musicalità della lingua spagnola e ad un accompagnamento strumentale, che spesso è formato da una sola chitarra e da una coppia maracas, è esaltata notevolmente insieme, chiaramente, al testo "pasional" di turno.Dal punto di vista della ritmica, il bolero è un 4/4 nudo e crudo, semplice nella ritmica e molto, molto lento, facendo creare così, una stretta armonia tra i danzatori che risultano, molto stretti, l'uno all'altra in un gioco di sguardi e di timidi passi (rigorosamente in controtempo).Tra i boleri più gloriosi della storia di questo genere vado ad annoverare: Besame mucho, dos gardenias, veinte anos, Con el dolor en el alma, Mi Magdalena, Y tu que es echo?, Silencio.

mercoledì 23 aprile 2008

Dirty dancing - Time of my life

La musica latino americana: BASTA

Notizia Ripresa da un Blog
La musica latino americana: BASTA!!!
Avete mai provato ad andare in un locale che non conoscete e ritrovarvi in una lezione di latino americano? tutti a dx, tutti a sx, tutti avanti, tutti indietro... neanche a militare. E pensare che c'è gente a cui piace ubbidire alla Maestrina di turno con mini-mini perizoma che "vi mostra" come si balla....TRISTEZZA!E so già che qualcuno porrà la questione nei termini del rimorchio, nel senso che (pare) questa musica sia appannaggio di schiere di belle figliole che dimenano allegramente le pelvi in compagnia… Ormai è diventato un vero e proprio incubo,quasi tutti i locali del milanese hanno capito il "trucco"per fare soldi e offrono serate "latino americane" per la quasi totalità della settimana.E poi c'è l'estate..ce l'avete presente la situazione?Stesi sotto l'ombrellone,stanchi da un anno di lavoro,assonnati da un serata in discoteca vi godete il meritato riposo cullati dal dolce suono delle onde..e la gente inizia a dimenarsi da un improbabile animatore che, armato di stereo infimo portatile, si agita, si dimena, salta, balla e corre grondante di sudore ed allegria, tentando di contagiare anche gli astanti...MA CHISSENEFREGA!!Ma offrire altri tipi di balli?!?!Esistono balli che secondo me sarebbero davvero interessanti e non meno sensuali come lo swing e i balli anni 30/40 in generale, o il rock and roll anni 50/60.Va bè spero che come tutte le mode anche questa prima o poi passi..
Voi che ne pensate ????

lunedì 21 aprile 2008

Celia Cruz - La regina della salsa.


Celia Cruz:
Úrsula Hilaria Celia Caridad Cruz Alfonso Nata a L'Avana nel quartiere di Santos Suárez, fu la seconda di quattro fratelli. Studiò per diventare maestra e ricevette lezioni di piano all'Accademia Musicale Municipale. Iniziò a cantare fin da piccola, esordiendo nel 1947 in un programma radiofonico, chiamato La hora del té. Nel 1948 lavorò come cantante per il gruppo Las Mulatas de Fuego di Roderico Rodne Neyra, con il quale viaggiò in turnee in Venezuela e Messico e incise le sue prime canzoni.
Nel 1950 iniziò la sua collaborazione con il gruppo Sonora Matancera, prendendo il posto della cantante Myrta Silva, che si era trasferita in Porto Rico. Con Sonora Matancera registrò il suo primo disco a 78 giri che includeva le canzoni
Cao, cao maní picaó (Scritta daJosé Carbó Menéndez) Mata siguaraya (Scritta da Lino Frías) Il successo arrivò immediato e Celia visse con Sonora Matancera il suo periodo artistico d'oro, che durò 15 anni e vide la pubblicazione di molti straordinari successi, quali Burundanga, Caramelos, El hierbero moderno, Tu voz, Ritmo tambó y flores, Pa' la paloma, Nuevo ritmo omelenkó, Vallán vallende, La sopa en botella e molti altri
Il viaggio senza ritorno [modifica]Il 15 luglio 1960 Celia lasciò Cuba per andare a cantare in Messico con la Sonora Matancera. Nel 1961 il gruppo andò in tournee negli Stati Uniti. Qua Celia fece le prime esperienze come cantante solista all' Hollywood Palladium. Nel 1962 acquistò un appartamento a New York e, raggiunta dalle notizie della morte, prima del padre, poi della madre, si sposò il 14 luglio con Pedro Knight, suo manager e marito fino alla fine.
Negli anni successivi iniziò una lunga serie di tournee in Europa e nel mondo intero. Ottenne la cittadinanza statunitense e dichiarò che non sarebbe più tornata a Cuba fintantoché Fidel Castro fosse rimasto al potere.
Nel 1966 fu chiamata da Tito Puente (che Celia aveva conosciuto in Giappone) per lavorare con la sua orchestra. Il frutto della collaborazione con Tito Puente furono 5 album musicali. Lavorò anche con la Orquesta de Memo Salamanca e con Lino Frías. Tutte queste collaborazioni non le dettero però il successo aspettato.
Nel 1973 cantò la sua prima canzone di salsa, Gracia divina, cambiando così genere musicale. Iniziò a lavorare per la casa discografica Vaya Label, per la quale iniziò nel 1974, in coppia con Johnny Pacheco (che era considerato l'inventore del genere salsa) con l'album Celia y Johnny. Ogni singola canzone di quell'album, che vinse il disco d'oro, diventò un grande successo. Fra i brani ricordiamo Químbara, Toro Mata, Vieja luna, Lo tuyo es mental.
Dopo questo successo continuò a cantare con Pacheco e con il gruppo Fania All Stars. Arrivarono altre canzoni indimenticabili come El guaba, La dicha mía, Así cantaba papá, Cúcala. Nel 1977 iniziò a lavorare anche con Willie Colón (altri successi furono Usted abusó, A papá, Pun Pun Pun Calatu, Berimbau, Un bembé pa' Yemayá, Se tambalea)
Negli anni 80 Celia andò varie volte in tournee in America Latina e fu ospite di molti show televisivi, dove cantò con altre stelle della propria epoca. Nel 1982 si riunì di nuovo alla Sonora Matancera e con essa registrò un altro sensazionale successo: Feliz Encuentro. In questo stesso anno le fu reso omaggio con un concerto in suo onore al Madison Square Garden di New York, al quale parteciparono tutti i compagni della sua già lunga carriera artistica, oltre ad altri artisti invitati.
Nel 1989 vinse il suo primo Premio Grammy Latino e fu invitata a celebrare a Central Park i 65 anni di Sonora Matancera.
Nel 1990 riuscì a ritornare a Cuba seppure in territorio statunitense a Guantánamo per un concerto. Là raccolse un pugno di terra cubana, terra che da allora la accompagnerà sempre e che sarà sepolta con lei.
Nel 1992 fece anche capolino nel mondo del cinema con una piccola comparsa nel film di Arne Glimscher I re del mambo. L'anno seguente incise Azúcar negra e Sazón, che furono altri due successi.
Nel 1997 recitò nella telenovela El alma no tiene color.
Nel 1998 incise il disco Mi vida es cantar che contiene quella che è forse la più conosciuta canzone di Celia in Italia, La vida es un carnaval. In questo stesso anno firmò un contratto con Sony music
Nel 1999 usci una raccolta di artisti vari, Fuerte navidad con Chichi Peralta, Franco De Vita e Marcela Morelo.
Nel 2000, con l'album Celia and friends vince il suo secondo Grammy, premio che ottenne anche l'anno successivo con l'album Siempre viviré.
Nel 2001 partecipa a Modena al Pavarotti & Friends per l'Afghanistan interpretando Guantanamera assieme a Luciano Pavarotti e Jarabe de Palo.
Colta da un tumore cerebrale, continuò a cantare e incise altri due album, La negra tiene tumbao e Regalo del Alma, pubblicato postumo, che contiene l'ultima hit "Rie y llora".
Nel 2003, quando la sua malattia era già in stato molto avanzato, il canale televisivo "Telemundo" decise di dedicarle un concerto tributo, presentato da Gloria Estefan e Marc Anthony. In quell'occasione cantarono per lei e alla sua presenza, in un teatro di Miami, oltre a Gloria Estefan e Marc Anthony e alle ospiti anglofone Gloria Gaynor e Patti Labelle, le più grandi voci dell'America latina, José Feliciano, Millie Quezada, La India, Ana Gabriel, Paulina Rubio, Gilberto Santa Rosa, Tito Nieves, Alicia Villareal, Olga Tañón, Arturo Sandoval, Rosario, Los Tri-O, Victor Manuelle e suo marito Pedro Knight.
Si è spenta il 16 luglio 2003 nella sua casa a Fort Lee in New Jersey.
Dopo la sua morte il suo corpo, avvolto nella bandiera cubana, fu portato a Miami e a New York, in modo che tutti potessero renderle omaggio. A Miami circa 150 000 persone presero parte alle sue esequie ed un numero simile si ebbe a New York, dove il suo funerale è stato il più affollato che la città abbia visto, dai tempi di quello di Judy Garland nel 1969. Il momento più commovente delle celebrazioni, si è avuto quando Victor Manuelle ha intonato dall'altare le note di "La vida es un carnaval", con grande coinvolgimento del pubblico.
Nella sua carriera ha ottenuto molti premi e riconoscimenti, fra cui una "stella" a Hollywood, 5 premi Grammy, 3 lauree honoris causa negli Stati Uniti ed il "National Endowment for the Arts", consegnatole nel 1994 da Bill Clinton.
Nel 2004 la figura di Celia Cruz fu il tema dei carnevali di Santa Cruz de Tenerife.
Nel 2005 Whoopi Goldberg ha espresso il forte desiderio di interpretare Celia Cruz in un film sulla sua vita, ma il progetto non ha avuto seguito.
Celia Cruz è conosciuta universalmente in molti modi come La guarachera de Cuba, La guarachera de Oriente, La guarachera del mundo, ma soprattutto come La reina de la Salsa, ossia La regina della salsa.